Capita – che ci attenda il ritornare
in quel luogo che precede il giorno
con una brezza di palme nella sera
nell’intatta forza del canneto
in quel canto che scorda il suo cercare.
Andrò dove mare e grilli
sostengono il silenzio
eterno innesto d’aria e luce
dove la strada diventa sentiero
e l’alto glicine protegge
l’immutato compimento dell’estate.
Mi guiderà l’antico fico
d’ampia mano rugosa,
il piccolo lottare delle gemme
nel contenuto slancio d’armonia.
Qui attenderò l’ultimo eco
di lampare, il brusio di lucciole
sperdute senza buio
e il dolce tonfo dell’antico fico
che accompagna
il permanere della vita
del solco di vele in alto mare.